IL FUOCO SALE E NOI VOGLIAMO BRUCIARE

di Sov, 12/03/2025

The Fire Rises (Il fuoco sale, in italiano) è una mod per il celebre gioco strategico Hearts of Iron IV, che immagina un 2020 alternativo in cui il COVID è una malattia ancora più grave e letale di quella reale. Una serie di eventi, tra cui il collasso dell’Arabia Saudita, porta a una gigantesca guerra civile negli Stati Uniti, a ben due conflitti su larga scala in Europa e in Asia e a molto altro ancora. Questa mod ha guadagnato un’enorme popolarità all’interno della community, al punto che alcune figure politiche rappresentate al suo interno si sono dichiarate interessate o persino lusingate di farne parte. Ma perché questo 2020 in fiamme ci affascina così tanto?

La risposta risiede nel senso di immobilismo che caratterizza gli anni ’20 di questo secolo, il cosiddetto "nothing ever happens", la sensazione che nulla di veramente significativo accada mai. Ogni evento che potrebbe scuotere il mondo sembra svanire prima di lasciare un segno, generando frustrazione. Le giovani generazioni, stanche della "fine della storia", del capitalismo e della sua inerzia, desiderano un cambiamento radicale. Sognano l’accelerazionismo, anche quando questo fuoco rischia di scottarli, o peggio, di bruciarli. Non percepiscono il lento avanzare della storia: vogliono il grande schianto, la fine di un’epoca per l’inizio di qualcosa di nuovo.

Basta osservare le fazioni presenti nella mod per capirne la popolarità: c’è davvero qualcosa per tutti. Dai satanisti dell’Atomwaffen alla super IA cinese, dall’Impero Russo all’Europa federale. Chiunque può vedere il proprio ideale bruciare il mondo in santa pace. Per molti, soprattutto per chi fatica a inserirsi nella politica reale o è rimasto deluso dall’attivismo liberale (senza però aver esplorato alternative), questa simulazione rappresenta uno sfogo. È catartica, permette di vivere un sogno che nella realtà sembra irraggiungibile.

Eppure, l’escapismo da solo non basta a spiegare perché questa ucronia sia così affascinante rispetto al mondo reale. Dopotutto, rimane comunque un universo alternativo distopico. La risposta è semplice: nel caos esiste opportunità, sia personale che politica. Nel disordine si trovano i semi per qualcosa di più grande, di più elevato. Ad esempio, per ottenere un futuro in cui l’IA governa la Cina in una nuova era di prosperità, è necessario prima perdere la Prima Guerra d’Asia. Oppure, affinché possa sorgere un’America più giusta, prima deve bruciare. E il problema sta proprio qui: nel mondo reale esiste il caos, ma non è abbastanza, non genera abbastanza velocemente.

Ma non è solo caos e volontà. È anche speranza. Un mondo come quello di The Fire Rises è disperato quanto pieno di possibilità: ogni giocatore può ottenere il suo futuro ideale e guidare il mondo verso ciò che ritiene migliore.

Questo fenomeno dimostra che il tanto proclamato immobilismo politico è un’illusione. Da sinistra a destra, e persino nei centristi, esiste un’enorme voglia di movimento, di trasformazione, di cambiamento. Ma manca un outlet, manca il movimentismo, manca quella volontà di potenza che possa incanalarlo nella realtà. E così, l’ultimo rifugio rimasto è la catarsi, la soddisfazione virtuale di una volontà repressa nella vita reale.

È vero che alcuni giocano questa mod anche per motivi opposti ai propri ideali, magari per interesse storico o per le meccaniche proposte. Tuttavia, è innegabile che una larga parte dei giocatori la utilizzi per esplorare il proprio sogno, non l’incubo del suo opposto. E anche chi sceglie di affrontare quell’incubo, probabilmente ha almeno una partita in cui persegue la propria visione del mondo.

Che conclusioni possiamo trarre? Che questa volontà di cambiamento esiste e non può essere ignorata. E forse, se qualcuno sarà capace di incanalarla, il "nothing ever happens" smetterà di essere una condanna. Perché è impossibile far salire il fuoco senza prima accenderlo.

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