Di Sov (Multipolar Reports), 19/03/2024
Viviamo in un mondo interconnesso, è innegabile ormai ed è chiaro che ciò comporta aspetti negativi e positivi, ognuno con le sue sfaccettature e risvolti. Ma prima di poter parlare di questi aspetti e dei loro risvolti, bisogna appunto, poter parlare, una cosa che nei social media moderni sta gradualmente diventando più difficile. Partiamo dalle origini, internet 1.0, l'età dei cavi lan, la connessione incredibilmente lenta, i siti spartani e le gif pixellate ed epilettiche, quando il nuovo millennio era appena iniziato e con esso le sue contraddizioni. In questo periodo l'internet non è ancora centralizzato, non ci sono grandi app come Twitter e Facebook è ancora un'idea. In questo periodo esistono i blog, siti personali dove si può mettere un po' quello che si vuole e la cosa più vicina ai social media odierni, i forum. In quel periodo le lande del web erano una terra inesplorata e non controllata, dove la parola del proprietario del blog o del moderatore di forum era legge e non esisteva un punto unico di incontro. Poi venne Facebook, il primo social media di massa, il quale prometteva centralizzazione del web, la possibilità di trovare tutto con una semplice ricerca e una moderazione giusta dove il bias del singolo non potesse prevalere sulla libertà d'espressione. Cosa è rimasto di queste promesse quasi 20 anni dopo? Molto meno di quanto potremmo aspettarci. Di fatto, se questi 20 anni di internet 2.0 ci hanno insegnato qualcosa, è che davanti alle corporazioni, la libertà d'espressione non esiste. Pensiamo ad esempio al ban di Trump, un presidente degli USA, da Twitter, giusto o sbagliato che fosse, è stato uno spartiacque, un momento storico della rete, dove tutti hanno potuto vedere che persino i presidenti devono inchinarsi alla censura delle corporazioni. Perché ciò? Perché non ci sono paletti veri e propri alla moderazione della rete e leggendo i "Twitter files" rilasciati da Elon Musk dopo che ha acquistato la piattaforma, diventa palese che questa assenza non sia l'ennesimo caso di politici che non sono stati previdenti e non hanno saputo fare leggi per il futuro, ma si tratta di uno sforzo volontario per mantenere questa deregolamentazione, così che i governi occidentali, in particolare quello americano, possano richiedere a questa o quella piattaforma la rimozione degli utenti "indesiderati" senza particolari problemi. Per anni questo piccolo accordo è durato, finché Elon Musk non ha deciso di aprire il vaso di Pandora, rivelando tutto il sottobosco di accordi stato-corporazioni, bias politici e molto altro. Ora, molti probabilmente si sarebbero aspettati maggiore trasparenza e chiarezza dalle altre applicazioni e magari persino delle convenzioni internazionali sulla neutralità della rete. Tuttavia, quello che è successo è l'opposto. Non solo non si è visto alcun aumento di trasparenza o alcuna legislazione, ma anzi, la repressione immotivata di certi gruppi di persone è aumentata esponenzialmente, insieme a una sempre minore neutralità di rete e in alcuni casi abbiamo persino visto ban e ripicche personali da parte dei CEO stessi, come nel caso del CEO di Tumblr, nel quale entrerò per mostrare ai cari lettori un chiaro esempio della morte della neutralità di rete e di molti altri dei problemi elencati. Per chi non conoscesse Tumblr, questa è una piattaforma di blogging, la quale già in passato ha esercitato campagne di repressione verso determinate categorie, che sono persino valse alla piattaforma varie denunce e class actions, tra cui la repressione di centinaia di blog di persone di colore accusate di essere "bot russi" (perché una sana dose di razzismo russofobico non può mai mancare) o la repressione di centinaia di comunisti che hanno osato criticare il "perfetto" e "infalibile" Biden, questo mentre la feccia fascista non viene rimossa neanche dopo decine di segnalazioni. Tuttavia questo caso si fa particolarmente grave rispetto a quelli già citati, poiché mirato a una singola persona. Evry, una giovane ragazza si è trovata sotto assalto da un grande gruppo di persone per aver preso le parti di un'altra ragazza accusata delle peggio cose solo perché parte di una minoranza. Questa campagna unita ad una macchina del fango senza fine non ha mai suscitato interesse nello staff nella piattaforma, poiché la ragazza aveva opinioni diverse dalla moderazione e dal CEO su temi importanti come il sionismo, la presidenza americana, l'identità di genere e simili. Finché la campagna nel fango non è culminata con una sospensione a vita dall'account da parte dello staff. Parte della user base ormai frustrata da anni di comportamenti simili da parte dello staff è questa volta insorta prendendosela con la moderazione e col CEO, denunciando i chiari bias, i quali nel mentre si erano solo rafforzati con il rinnovato genocidio israeliano. Ora, un razionale individuo a capo di un'azienda davanti a una così complessa situazione, cercherebbe senza alcun dubbio di de-escalare, calmare gli animi e sistemare la situazione, sfortunatamente il CEO di Tumblr non è una persona razionale e ha deciso che la risposta più sensata era bannare chiunque si opponesse, fare harassment privato e pubblico ad alcuni coinvolti, minacciare Evry con una denuncia all'FBI dopo che quest'ultima ha fatto una battuta dove augura al CEO di Tumblr di "essere colpito da un'auto piena di martelli e che l'auto esploda mandando ovunque i martelli" (una dichiarazione palesemente ironica che nasce da una situazione frustrante) per poi continuare a fare harassment sulla piattaforma "X" (nota in precedenza come Twitter) verso Evry (per chi fosse interessato l'intero caso può essere recuperato sul profilo tumblr "kneedeepincynade" che si può vedere tranquillamente senza installare la plattaforma di blogging). Ora, questo è un caso chiaramente estremo, ma nient'altro che estremo sintomo di politiche instaurate da tempo e mirate a creare un determinato tipo di ambiente online, uno pesantemente asservito al pensiero unico dove le altre opinioni sono immediatamente represse. Nuova tappa di questa repressione e asservimento è la politica di "Meta" (il gruppo di servizi di Zuckerberg) nella quale viene annunciato che "i contenuti politici saranno mostrati in fondo al feed e in maniera minore". Tuttavia i contenuti politici non nascono uguali, ed è chiaro fin da subito che un bias è destinato a esistere, per capire di quale tipo, lascio al lettore le dichiarazioni di alcuni intervistati che utilizzano questi sistemi con frequenza:
"Ho notato un disturbante numero di sionisti e bigotti"
"Instagram risulta infestato dai contenuti di estrema destra"
"I servizi di Meta sono pieni di odio razziale e di genere"
Tirando le somme, si può ben denotare la completa erosione della libertà di parola online, tuttavia questo è un problema occidentale più che generale. Di fatto, la situazione risulta ben diversa sulle piattaforme non a guida occidentale. Ad esempio, VKonate, noto ai più come VK e Telegram, entrambi russi e il primo con legami al governo russo, risultano molto più liberi rispetto ai media occidentali mentre oltre il grande firewall cinese, esiste una libertà d'espressione tutto sommato pari a quella dei media precedentemente citati, dove le uniche limitazioni presenti risultano essere quelle dettate dalla legge. Noi occidentali non dovremmo meramente migrare verso coste più libere e sicure, ma dovremmo combattere per la nostra libertà di espressione a casa nostra, in modo che lo scempio che va avanti da anni, e che si è intensificato dal 2020 ad oggi, possa finalmente giungere al termine.
Di recente gli americani hanno deciso di proibire l'utilizzo sul suolo americano dell'app cinese TikTok, un'app nella quale la libertà di espressione e le opinioni alternative avevano raggiunto una proliferazione tale che bannarle o reprimerle per rimanere nel mercato occidentale era diventato impossibile. Ovviamente una piattaforma di questo tipo, con vera libertà di espressione e vera pluralità di opinioni è inaccettabile per il pensiero unico, e così, dopo una monumentale campagna del fango, gli imperialisti americani si preparano a distruggere questo pilastro di libertà.
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